È la Tampieri Holding. Gestisce anche i servizi di amministrazione, finanza e controllo di gestione, legale e societario, informatica, risorse umane e affari generali per tutte le società del Gruppo.
Dalla lavorazione del germe di mais, seme di girasole e vinacciolo produce olio, grezzo e raffinato, non confezionato ad uso alimentare e farine vegetali ad uso zootecnico e combustibile. Vai al sito
Produce energia elettrica e termoelettrica da fonti rinnovabili, prime tra tutti i sottoprodotti e residui organici derivanti dalla produzione di olio della Tampieri vegetable oil. Parte dell’energia è destinata all’autoconsumo, la restante viene immessa nella rete elettrica nazionale. Vai al sito
Depura le acque reflue del processo produttivo di Tampieri e aziende terze. Libere da impurità, le acque vengono in parte riciclate e in parte immesse in acque superficiali confinanti, nel rispetto della normativa ambientale in vigore. Vai al sito
Ecofad srl, forte dell’esperienza trentennale in ambito gestione rifiuti sviluppata dalla società Faenza depurazioni srl gestore di un impianto di trattamento rifiuti liquidi, nasce con l’intento di quest’ultima di supportare i propri clienti mediante servizi sempre più ampi e completi.
Italcol Spa – Italiana Alcool e Olii, azienda che dalla fine degli anni ’80 opera sul territorio toscano, effettua estrazione di oli grezzi da semi
e frutti oleosi e produzione di farine ad uso mangimistico e biomasse combustibili, ottenute da materie prime di origine naturale.
Ricerca, sviluppa, produce e commercializza dispositivi medici innovativi in biomateriale ceramico, per la rigenerazione dei tessuti ossei e cartilaginei danneggiati. Le tecnologie sviluppate trovano utilizzo nelle aree di neurochirurgia, chirurgia ortopedica, dentale e maxillo-facciale. Vai al sito
Svolge attività di trading e produzione agricola in Romania, dove ha sede, principalmente per approvvigionare di semi oleosi lo stabilimento Tampieri a Faenza. Vai alle pagine
Svolge attività di trading in Ungheria, dove ha sede, principalmente per approvvigionare di semi oleosi lo stabilimento Tampieri a Faenza. Vai alle pagine
Tampieri entra nel settore BioTech
Acquisito il 90% della start-up innovativa AgroMateriae
Si allarga il diametro del “cerchio completo” dell’economia circolare di Tampieri. È entrata a far parte del Gruppo la società AgroMateriae, una start-up ad altissimo contenuto tecnologico che valorizza e trasforma in modo innovativo gli scarti agro-industriali in nuove materie prime al servizio dell’industria della plastica e bioplastica.
Il primo prodotto proposto da AgroMateriae è il WinePLastics Filler (WPL), una polvere tecnologica ottenuta dagli scarti vinicoli attraverso diversi processi “green” che può essere miscelata in alte percentuali (fino al 60%) a tutte le plastiche e bioplastiche esistenti dando vita a nuovi materiali innovativi altamente sostenibili, performanti ed economicamente vantaggiosi.
AgroMateriae nasce dopo tre anni di ricerche condotte nei laboratori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e a seguito degli ottimi risultati ottenuti in scala laboratorio, deposita la domanda di brevetto per il WPL (2019) e si fa accreditare come start-up innovativa dall’Università di Modena con l’obiettivo di trasferire in scala industriale la propria tecnologia. In parallelo, tra maggio e ottobre 2020 partecipa all’Emilia-Romagna Start Cup con l’obiettivo di migliorare le proprie conoscenze gestionali e aziendali e nel dicembre 2020 risulta vincitrice assoluta del Premio Nazionale per l’Innovazione (PNI), una tra le più prestigiose ed importanti competizioni per start-up d’Italia.
“Tampieri ha iniziato da tempo un processo di analisi e validazione di nuove opportunità, al fine di affiancare alle attività storiche e mature nuove unità di business che allarghino le ricadute delle proprie competenze in tema di economia circolare.” - commenta Riccardo Losappio, CEO di Tampieri financial group - “L’ingresso di AgroMateriae nel Gruppo rappresenta il raggiungimento della prima tappa di questa ricerca, in linea con l’attenzione alla sostenibilità e l’apertura verso sfide innovative che sono da sempre tratti distintivi del nostro modo di fare impresa”.
Ma qual è il valore aggiunto di questa tecnologia? Oggigiorno, la plastica, il secondo materiale più prodotto al mondo e indispensabile alla vita dell’uomo, è fortemente disincentivata da diversi fattori socio-economici e le aziende produttrici sono sempre più chiamate a produrre nuovi materiali sostenibili. Il problema di questa transizione è dato dal fatto che le bioplastiche, di cui si sente spesso parlare, sono in realtà molto costose, scarsamente presenti nel mercato ed in competizione con il cibo e non riescono quindi ad essere una soluzione efficiente. È in questo scenario che il WPL può rappresentare una soluzione concreta ed efficiente per tutte le aziende del settore plastica che vogliono o devono produrre nuovi materiali sostenibili e performanti ma anche economicamente
appetibili. Il WPL deriva infatti da fonti rinnovabili e non in competizione con il cibo (100% based), aumenta la velocità di biodegradazione delle bioplastiche biodegradabili, rinforza meccanicamente la plastica a cui è miscelato e consente un notevole risparmio dei costi. Inoltre, verranno prodotti diversi gradi e tipologie di WPL in modo tale da rispondere alle diverse esigenze e necessità tecniche di molteplici applicazioni del settore plastico.
“L’ingresso nel Gruppo Tampieri ci consentirà di ottenere importanti volumi di produzione di WPL e di poter apportare un contributo significativo e concreto in questa delicata transizione da economia lineare a circolare” - dichiara Alessandro Nanni, tra i fondatori di AgroMateriae e Consigliere di amministrazione – “Inoltre, grazie alla sinergia esistente tra il progetto AgroMateriae e il Gruppo Tampieri, avremo la possibilità di continuare le nostre attività di ricerca per riuscire a valorizzare e trasformare altri residui agricoli in nuove materi prime sostenibili, e di diventare così una piattaforma industriale capace di risolvere sia i problemi di gestioni degli scarti naturali delle aziende agroindustriali che i bisogni di nuovi materiali sostenibili del settore plastico”.